I 4 VOLTI DELLA DEA


Ideazione e Realizzazione Illustrazioni su commissione per privati e per editoria (Libri e Riviste, Copertine, CD musicali, Ex Libris, Giochi di Carta, Segnalibri, Paper Dolls, ecc). Per Info e Preventivi  scrivete ad arthea@elenafrascaodorizzi.it

ILLUSTRAZIONE DEA MADRE

I QUATTRO VOLTI DELLA DEA è un’opera nata come conseguenza spontanea della creazione dell’Albero Genealogico delle Dee e come riflessione sulla simbologia della Grande Madre, nel momento in cui mi sono accorta che alcuni templi ipogei di Malta ricalcavano perfettamente le forme di alcune veneri paleolitiche e dee protostoriche.

  1. Con la Madre è rappresentato dalla dea sumera dell’amore e della guerra: Inanna. La sua luna è crescente, in quanto in essa troviamo le forze nascenti ed attrattive dell’amore in tutte le sue forme (conforto, protezione, passione e conquista). Dagli studi sul « Linguaggio della Dea » dell’Archeologa Maria Gimbutas, ho tratto il « simbolo-alfabetico » della V della sessualità femminile raddoppiata, poiché in questo caso la Dea Madre diviene Dea iniziatrice e quindi Venere Sacra delle nozze mistiche. L’ho associata ad uno dei templi ipogei di Malta che ricalca perfettamente le sue forme, così come rappresentate dalle statuette mesopotamiche.
  2. Nella Madre è rappresentato dalla Venere preistorica di Laussel. Il riferimento alla mano che si tocca il ventre, il corno con 13 tacche incise sopra, fanno pensare all’associazione tra il ciclo lunare ed il ciclo ovulatorio femminile, riferendosi, quindi, alla fertilità (cfr. la corpnucopia). La Dea, indicando e carezzando la sua pancia rotonda, sembra dirci che in essa si sta sviluppando una vita nascosta e per questo motivo le ho associato la Luna Piena come momento culminante dell’Opera, che ha raggiunto la sua realizzazione. Il corpo della Venere di Laussell ha anche una simpatica particolarità: fa venire in mente un volto sorridente, che ricorda le immagini del personaggio femminile di Iambe/Baubo, la fanciulla che fece ridere la Dea Demetra, mostrandole i genitali (http://www.goddessgift.com/goddess-myths/images/baubo-iambe3.bmp). Lo chevron, che mi è sembrato più adatto a rappresentare la Dea, è la V chiusa, che ricorda il sesso femminile e la conchiglia di Venere, con una croce al centro, indicando da una parte l’unione delle energie opposte e complementari materiali e spirituali, dall’altra, più prosaicamente lo scambio genetico tra l’ovulo femminile e l’ovulo maschile. Ho associato questa dea al simbolo della Sorgente, in specifico alla sorgente nuragica di Santa Cristina, nella quale l’acqua diventa sacra quando la luna si riflette in essa. La forma triangolare dell’ingresso con le scale anche sul soffitto, danno l’impressione di un viaggio di andata e ritorno nella e dalla Grande Madre, per essere dissetati e purificati non solo fisicamente, ma anche spiritualmente, così come promette il V.I.T.R.I.O.L. Osservata nel suo insieme la sorgente sembra, infine un macrocosmo ricorda l’immagine stilizzata della dea Madre Tanit, portata in Sardegna dai Fenici.
  3. Una volta ho sentito dire che « per ogni bambino sua madre è una Dea», ma anche che « nel momento in cui iniziamo a vivere, iniziamo anche a morire » . Dalla Madre è rappresentato quindi dalla Dea del Parto di Katal Huyuk alla quale ho associato il simbolo della Luna calante, per indicare il tempo della nascita , cioè il momento in cui ciò che è stato desiderato, attratto, unito e formato, una volta uscito deve imparare a vivere autonomamente, divenendo in atto ciò che racchiude in potenza. Il simbolo della Dea non poteva essere che la M, il cui significato deriva dalle gambe della Madre, piegate e salde come due colonne ai lati della porta della vita e dalle acque che si aprono per farci entrare nel mondo. La M, non a caso, è rimasta legata alla parola Madre e al termine egiziano Mery da cui Maria: l’amata. Anche in questo caso l’associazione è con un tempio ipogeo di Malta, che ricalca le generose forme della Dea del Parto. Gli uccelli sono da sempre associati tanto alle anime dei defunti, in attesa di rinascita, che ai pensieri più nobili.
  4. Alla Madre è rappresentato quindi dalla Dea Uccello Jugolsva, la più adatta a indicare l’aspetto della Madre che ci riaccoglie in sé. Dalla Madre nasciamo e alla Madre torniamo, per rinascere ancora ed ancora, così come la Natura si rinnova continuamente, uguale e diversa nel ciclo delle stagioni. A questa Dea si addice la Luna nascosta, il momento della pausa rigenerante, del riposo in cui recuperare le energie psicofisiche che ci consentiranno di intraprendere Nuovi percorsi. E’ l’altra faccia della Luna del Parto, della Sorgente con le doppie scale, poiché insieme rappresentano, come gli ingressi solstiziali, le porte per le quali ciclicamente entriamo ed usciamo rinnovati non solo nella carne, ma anche nello spirito, nell’intelletto, nei sogni, nei desideri e nell’ispirazione. Il simbolo più naturale da attribuirle è quello che la Dea Uccello porta tatuato sul suo stesso corpo, sul ventre e sulla testa (mente e terzo occhio) e che racchiude tutti i simboli precedenti: la doppia V a forma di Meandro, la doppia spirale labirintica che indica il viaggio dalla vita alla morte e viceversa; morte dunque non come Fine, ma come Ritorno, Riposo, Rinascita ed Evoluzione. Le ho associato un Canopo Villanoviano, simbolo dell’utero, attraverso cui tornare nel grembo materno della Dea, non come fuga, ma per rinascere. Le ho associato anche un tumolo etrusco “a tamburo” di Populonia suddiviso all’interno in tante piccole stanze, come se si trattasse di una placenta plurigemellare, una melagrana spirituale: siamo, infatti tutti figlie/i e sorelle e fratelli nella Dea.

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